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Ostuni, ”la città bianca”, in provincia di Brindisi, ha antichissime origini che risalgono al Paleolitico superiore (circa 35.000 anni fa).

La testimonianza più importante è la scoperta dello scheletro di una gestante, databile a 28.000 anni fa, avvenuta nel 1991 presso Santa Maria di Agnano. Vi sono tracce risalenti alle successive età neolitica, del bronzo, iapigia e messapica. Il nome Ostuni potrebbe derivare dal messapico “Astu Neon” (Astu cittadella fortificata, neon, città nuova).

 

Bizantini, Normanni e Angioini hanno lasciato molte interessanti tracce. Nel corso dei secoli successivi Ostuni ha vissuto alterne vicende. Nel XVI secolo visse il periodo di maggiore splendore economico, culturale e urbanistico sotto il governo di Isabella d’Aragona; nel secolo XVII, invece, un periodo di declino morale, materiale, sociale e demografico sotto la tirannia dello spagnolo Giovanni Zevallos. Ostuni ha dato un rilevante contributo nelle lotte risorgimentali per l’indipendenza nazionale e nelle due guerre mondiali.

La città è ricca di molteplici e interessanti monumenti. Nel borgo medievale sorge la Cattedrale (iniziata nel 1435, ma completata nel finire del secolo) con la sua splendida facciata tardo-gotica e l’ampio rosone centrale. L’archivio della Curia conserva numerose pregevoli pergamene risalenti al 1100.

Importante è la chiesa di San Vito Martire, oggi sede del Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale.

Nelle tortuose stradine del borgo si possono ammirare ricchi portali di antichi palazzi nobiliari.

Altri monumenti degni di nota sono la seicentesca chiesa dello Spirito Santo e, nell’ottocentesca piazza della Libertà, la guglia di Sant’Oronzo, risalente alla seconda metà del XVIII secolo e il palazzo del Municipio (ex convento francescano) nel quale si osserva lo stemma di Ostuni rappresentato da tre torri su tre colline sormontate dalla corona della città.

L’antica vocazione prevalentemente agricola di Ostuni ha subito, nel corso degli anni, una graduale trasformazione. Si è sviluppato il turismo e, in particolare, il terziario. Più che contadini, oggi ci sono commercianti e professionisti.